Ogni tanto capita, durante un viaggio, di incappare in qualche fuori programma, tipo una sagra, una processione, una funzione che non potevamo immaginare di incontrare. Questa volta, a Marbella, girellando per le viuzze, siamo stati attirati dal canto flamenco che arrivava da una chiesa. La macchina blu, adorna di fiori, non lasciava spazio a dubbi. un matrimonio. Girando intorno alla chiesa ci siamo trovati davanti ad un corteo di carrozze e cavalli che aspettava gli sposi. Incuriositi siamo entrati. la cerimonia stava per terminare, così ci siamo mescolati alla folla e abbiamo aspettato.
Gli invitati, molto eleganti, hanno cominciato ad uscire, a distribuire il riso da lanciare e le damigelle, tutte vestite di rosa corallo, hanno fatto ala agli sposi reggendo fiori intrecciati in lunghi steli.
Abiti lunghi, coloratissimi, in pizzo,chiffon o paillettes, pettinature complicatissime e stravaganti cappellini, degni di una corsa ad Ascot, tacchi, pochette dorate, gioielli…tutto in una volta per una eleganza forse un po’ carica per i nostri gusti . I mariti indossavano abiti scuri e la cravatta era dello stesso colore del vestito della consorte.
La madre della sposa indossando la mantiglia, quel copricapo in pizzo sorretto da un pettine in tartaruga o madreperla, sempre vista solo nei quadri di Goya, ci riportava a tempi remoti.
Terminati i baci e gli abbracci di rito a parenti ed amici, gli sposi sono saliti in carrozza, uno splendido tiro a quattro, con i cocchieri in divisa tradizionale, scortati da quattro cavalieri che montavano cavalli arabi. Le carrozze dei genitori chiudevano il corteo.