Dell’antico borgo di Consonno, in provincia di Lecco, citato per la prima volta in una pergamena del 1085, non resta nulla, se non la pieve, la canonica e il piccolo cimitero.
Passato quasi indenne attraverso le ingiurie del tempo e le diverse dominazioni, dal Barbarossa ai Visconti, da Napoleone agli Asburgo, fino all’era fascista, non ha potuto reggere alla folle utopia di un uomo solo, l’imprenditore edile Mario Bagno, che comperò, nel 1962, tutto il paese ed i terreni annessi per la cifra attuale di un piccolo appartamento.
L’idea era di costruire una “città dei balocchi”, un enorme centro commerciale e di divertimento, con piccoli appartamenti di vacanza, un hotel di lusso, negozi alloggiati in un edificio arabeggiante con minareto, un castello medievale, una pagoda cinese. E poi campi da calcio, un minigolf , uno zoo e perfino un circuito automobilistico.
Per fare tutto questo il vecchio paese fu demolito e i pochi abitanti costretti ad andarsene; per migliorare la vista sul Resegone fu addirittura spianata la collina di fronte al paese.
L’iniziativa, però, non ebbe successo e fu abbandonata ancora prima di essere terminata. Il paese si presenta ora come una città fantasma, con gli edifici semidiroccati e ricoperti da graffiti, frutto anche di un devastante rave party dell’anno 2007 che ha distrutto tutto quello che era rimasto in piedi.
Non si sa quale sarà ora il futuro di Consonno, sembra che nessuno abbia voglia di metterci le mani e probabilmente verrà definitivamente raso al suolo.