Il ventaglio, oggetto di seduzione

P1050990Presente  nei bassorilievi e pitture già dalla XIX dinastia dell’Alto Egitto e nella civiltà asiatica, il ventaglio lungo o flabélum, veniva dapprima utilizzato solo nelle cerimonie di palazzo, per arrivare ad un uso domestico solo con i greci e anche tra etruschi e romani per imitazione.
Si sa che i cinesi utilizzavano ventagli rigidi in bambù già dal II secolo a.C. , che i giapponesi inventarono il ventaglio pieghevole nel VII secolo e che arrivò in Europa solo alla fine del XV secolo con le importazioni delle merci dall’Oriente lungo la Via della Seta.
Tutto sommato non era un oggetto difficile da copiare e per questo motivo si diffuse  rapidamente diventando sempre più  raffinato e riccamente decorato, all’inizio prerogativa delle classi abbienti, come Elisabetta I d’Inghilterra, che lo amava moltissimo, e Caterina De’ Medici che lo introdusse in Francia.
Nel XVIII secolo si diffuse tra la borghesia, utilizzando modelli meno sofisticati che  sostituivano i pizzi e le piume del pavese con carta decorata.
Prodotto dapprima solo in Francia, Inghilterra, Paesi Bassi ed Italia, nel XVIII secolo la Spagna ne diventò il massimo produttore ad opera del francese Eugene Prost, che vi si era trasferito, prerogativa che permane ancora oggi, poichè si trova  a Cadice la principale scuola e manifattura artigianale di ventagli del mondo.
Grande la sua  importanza  nel Flamenco, dove la ballerina accompagna i gesti della danza con lo sventolio,  l’apertura e la chiusura del ventaglio.
Utilizzato all’inizio da uomini e donne, restò un accessorio dell’abbigliamento femminile ed anche uno strumento di comunicazione in quanto l’uso, la posizione sul corpo, la mano usata, avevano un significato codificato e preciso e davano alla dama una libertà di espressione e socializzazione con l’altro sesso abbastanza discreta.
Caduto in disuso come accessorio già prima della guerra, resta un oggetto artistico curioso ed elegante ed un caposaldo della storia della moda.


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